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venerdì 3 dicembre 2010

Wikileaks e l'altra faccia della politica

Ci risiamo e stavolta per Julian Assange, fondatore di Wikileaks (questo è il nuovo link dopo l'ultimo "oscuramento"), è una caccia al topo o, per chi ci crede, al "nemico numero uno" delle relazioni internazionali così come ci vengono raccontate dai mainstream media.
Julian Assange, fondatore di Wikileaks
Intanto, vorrei lasciare a chi se ne occupa per mestiere o per passione il compito di tirar fuori dai numerosissimi cablogrammi - ben 251.287 quelli rilasciati il 28 novembre scorso - le informazioni che dovrebbero farci aprire gli occhi sullo stato di salute delle nostre democrazie (non del nostro premier, hehe), mentre vorrei riflettere su quello che è lo scopo dichiarato da Assange e che ritroviamo nella home page del sito:
"This document release reveals the contradictions between the US’s public persona and what it says behind closed doors – and shows that if citizens in a democracy want their governments to reflect their wishes, they should ask to see what’s going on behind the scenesEvery American schoolchild is taught that George Washington – the country’s first President – could not tell a lie. If the administrations of his successors lived up to the same principle, today’s document flood would be a mere embarrassment. Instead, the US Government has been warning governments -- even the most corrupt -- around the world about the coming leaks and is bracing itself for the exposures."
Intervista di Chris Anderson a Julian Assange del luglio scorso (seleziona i sottotitoli)
Da quello che si legge, la teoria di Assange è che i politici dovrebbero dirci cosa accade "dietro le scene" e cosa essi pensano davvero di questo o quel premier, di questa o quella nazione, insomma dovrebbero essere sinceri e trasparenti.
Invece cosa si scopre? Che, ovviamente, non è così e che anzi ci sono un "oceano di spie" in giro per il mondo e che i diplomatici hanno una "doppia faccia" (se va bene...), così come i politici da cui dipendono.
Insomma, da un punto di vista di quello che già sapevamo sulla natura della politica niente di nuovo sotto il sole.

Del resto, l'essere umano, unico fra gli animali ad essere dotato di un linguaggio complesso, è anche quello che - come dice Umberto Eco -, è in grado di mentire in maniera tanto articolata da fargli definire la semiotica come lo studio della capacità di mentire attraverso il linguaggio ed i segni.
La capacità di mentire e di dissimulare è dunque una prerogativa che negli esseri umani ha raggiunto i suoi massimi livelli di espressione e, tale facoltà, non sembra essere una prerogativa esclusiva dei politici, che ovviamente hanno una particolare predisposizione in tale "arte", ma di tutti gli Homo Sapiens Sapiens.
Quindi quale è la novità di Wikileaks se non ci dice nulla di diverso sulla natura della politica? La novità è semplicemente che esiste (e ben venga!) e che quindi il mondo delle relazioni internazionali deve fare i conti con una realtà che prima non esisteva e che ha un impatto mediatico a dir poco esplosivo.
Il fatto che Wikileaks esista è la vera novità e quindi una analisi realista, al di là delle "facili" (ma anche sacrosante) indignazioni o stupori per questa o quella notizia, deve riflettere su come questo nuovo attore mediatico potrà effettivamente incidere sulla politica e sulla diplomazia e, più in generale, sulla democraticità dell'informazione e quindi delle democrazie occidentali e non, e su chi sia Wikileaks man mano che ne riusciremo a riconoscere meglio gli obiettivi (quindi "cosa vuole"), che al momento sembrerebbero "privilegiare" gli USA.
Anche qui, le ipotesi e i dubbi sono tanti: come mai esplode il fenomeno Wikileaks proprio durante l'amministrazione Obama? Chi appoggia tale organizzazione fornendole dati sensibili e confidenziali? E potremmo continuare con le perplessità per un pò.
E' evidente, dunque, che nemmeno chi si offre all'opinione pubblica come "paladino della verità" è esente da sospetti e da quel "lato oscuro" che pur si propone di disvelare nella politica.
Ne consegue che, come per il Web, dopo un iniziale entusiasmo di tipo "utopico" occorrerà rendersi conto che "il gioco" si è solo reso più complesso, ma che non ci sono salvatori all'orizzonte.
Dunque, benvenuto a questo nuovo "attore" sulla scena mediatica, ma restiamo sempre critici perché l'epoca degli ideali è purtroppo morta da un pezzo e forse non è mai esistita se non nella illusione di chi la ha sognata e ancora la sogna credendola possibile.

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1 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi sono chiesto anch'io chi sia il mittente di tutte queste informazioni segrete che hanno inviato a Wikileaks.
Wikileaks e' solo uno dei tanti siti che potevano fare questa cosa, sono degli strumenti usati da qualcuno.
Pensando soltanto ad un ordine cronologico degli eventi ho collegato l'inizio della comparsa di questi documenti e di Wikileaks con le dimissioni del generale Usa.
Ricordate quel generale, che fece l'intervista parlando male di Obama e poi fu' costretto a dimettersi? Non era un generale qualsiasi, e' stato anche nei servizi segreti.
Penso che ci sia un collegamento tra questi due eventi.
Poi Obama con le sue riforme (e forse anche per il colore della sua pelle) si e' fatto molti nemici che sicuramente non vogliono una sua rielezione.

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