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mercoledì 2 gennaio 2013

Macchine stranamente ribelli (2ª Parte - L'Anti Edipo)


Credit: The interpretation of mechanic of confusion,
di Oliver Perry  
In questo post e nel successivo affronterò la relazione fra gregarietà e ribellione con riferimento particolare alla filosofia, che potremmo definire "filosofia del desiderio", di Gilles Deleuze e Felix Guattari, a partire dal loro Anti Edipo - Capitalismo e schizofrenia del 1972 per poi proseguire con Mille Piani (1980), ossia con due opere che ritengo due pietre miliari del pensiero postmoderno, che a distanza di oltre trent'anni continuano a conservare, grazie alla loro genialità dirompente, una straordinaria fecondità non solo per la filosofia contemporanea, ma anche e soprattutto per il pensiero politico, sociale ed economico nonché uno stimolo per la stessa psicologia e le scienze cognitive.
Mi scuso sin da subito per la trattazione che sarà necessariamente molto sintetica e che sfiorerà appena, sperando di darne un flash intuitivo e comprensibile, la filosofia di Deleuze e Guattari di cui consiglio vivamente la lettura diretta ed integrale.

La grande innovazione dell'Anti Edipo è quella di considerare come reale la produzione desiderante che avviene al livello inconscio attraverso le macchine desideranti e di attribuire, invece, il "double bind" (il duplice vicolo cieco di cui parlava Gregory Bateson con riferimento alla figura del padre, che ponendosi sia come "autorità" che come "amico" poteva ingenerare nel figlio possibili comportamenti schizofrenici dovuti a tale messaggio intrinsecamente contraddittorio, o alla madre che reagisce contraddittoriamente alla malattia del figlio) al simbolico ed all'immaginario, quindi alla componente rappresentazionale e strutturale di tipo sociale (essenzialmente linguistica e discorsiva) ed ai fantasmi di gruppo.

Ma, intanto, cosa intendevano Deleuze e Guattari quando parlavano di macchine desideranti?

Credit: Javier Echaluce
Le macchine desideranti sono produzioni molecolari del desiderio dell'inconscio ed a sua volta l'inconscio si modifica e diviene attraverso l'azione delle macchine desideranti, che si "concatenano macchinicamente" e simultaneamente al livello delle singolarità (o delle soggettività) ed al livello sociale (la macchina sociale) tanto che non c'è differenza di natura fra i due concatenamenti macchinici desideranti, ma solo di regime di scala, laddove il primo regime delle macchine desideranti è quello molecolare mentre il secondo è di tipo molare-statistico e strutturale (qui, vedremo, è l'essenza del nostro discorso).

Si nota, dunque, come il concetto di "macchina desiderante" nasca dalla apparente contraddizione di due termini, ossia quello di "macchina" che siamo abituati ad associare, come ho detto nel post precedente, a quello di "meccanica" (e quindi di determinismo, catena causale e prevedibilità) e quello di "desiderio", che invece sembrerebbe essere legato tradizionalmente ad una dimensione psicologica ed interiore, privata e familiare (il triangolo edipico, appunto, la struttura trascendente psicanalitica "io, mamma, papà"), quindi a sentimenti ed affetti che non sembrerebbero avere nulla a che fare con la "macchina".

In realtà, le macchine desideranti non sono meccaniche, ma nell'accezione di Deleuze e Guattari sono "macchiniche", ossia sono una produzione del desiderio inconscio (e della sua energia libidinale) ed in quanto tali sono "slegate dalla struttura" (e dalle relative "leggi di funzionamento") tipica di ogni organismo, sia esso biologico che sociale.

Credit: Gerard Daran
Al livello desiderante, quindi, non si pongono problemi di senso, che riguarda solo il livello molare-statistico delle soggettività (intese come "persone globali") e della macchina sociale, ma solo di uso (che uso si fa delle macchine desideranti e quando è "legittimo" oppure no), che può essere immanente ed inclusivo (la schizoanalisi dei nostri autori volta a decodificare e deterritorializzare) o trascendente ed esclusivo (la psicanalisi secondo i medesimi, che esprime una sorta di cura borghese per i mali borghesi, ma più in generale il corpo del socius capitalista e dello stato ad esso funzionale).

Le macchine desideranti, però, per poter funzionare secondo Deleuze e Guattari "hanno bisogno" di una istanza originaria che è il Corpo Senza Organi (CsO), ossia di quella istanza di anti-produzione (l'Improduttivo, il "motore immobile della vita", "il desiderio di morte", il "corpo liscio e senza stratificazioni") che si oppone a qualsiasi organizzazione intesa come "organismo organizzato" (sia biologico che socio-culturale) e non agli organi in quanto tali e che fu, per così dire, "scoperto" da Antonin Artaud,  sul quale aderiscono ( "si attaccano") e si concatenano le macchine desideranti.

Il Corpo senza Organi è un "corpo nudo" (mentre il corpo sociale, il socius, è un "corpo vestito" nel senso che sulla sua superficie si registrano e si stratificano i codici ed i territori per poi decodificarsi e deterritorializzarsi quando si produce un nuovo socius), è ciò che resta quando si è tolto tutto e su di esso si registra l'attività delle "working machines della Vita" che sono le macchine desideranti che si muovono in quello spazio di intensità che i nostri autori chiamano della "inorganizzazione reale" del desiderio (e dei suoi elementi molecolari).

Credit: David Ho
Dunque, la realtà ha come Soggetto il Desiderio e la sua attività produttiva che si esplica in "antitesi" ed al tempo stesso grazie al Corpo senza Organi, sul quale si registrano le tre sintesi della produzione delle macchine desideranti, cioè quella connettiva di produzione, quella disgiuntiva di registrazione e quella congiuntiva di consumo.

Quello che noi chiamiamo soggetto, ma che più propriamente è una singolarità ed una soggettività in continuo divenire, è invece prodotto accanto, ossia come parte accanto ad altre parti (quindi molteplicità e differenza come "essenza del reale" e non l'identità o l'unità del Tutto), alle macchine desideranti ed ai loro concatenamenti molecolari e molari ed alle loro reciproche interazioni: la soggettività emerge come soglia, limite e confine in continuo divenire fra il livello molecolare e quello molare, ossia è una pura contingenza (un "soggetto senza viso e trans-posizionale").

Non c'è altro che desiderio secondo DG (abbrevierò così i nostri autori) nella produzione desiderante ed in quella sociale e le due produzioni sono della stessa natura, ma ripetiamo, di regime diverso e tale desiderio è reale e produce realtà e non è originato da una "mancanza" sublimata dalla creazione di fantasmi o di simboli (come invece tende ad essere interpretato nella psicanalisi), laddove la mancanza è piuttosto creata dalla struttura stessa (quindi il triangolo edipico, la Legge, la castrazione) e dal significante che tende ad "ingabbiare" il desiderio e la sua energia libidinale (è la società, il "mondo esterno" ad influire in maniera fondamentale sull'inconscio e viceversa).

Parlavamo di tre sintesi dell'inconscio (la sintesi dunque è una attività prioritariamente inconscia e solo successivamente preconscia e poi conscia): esse sono A. le sintesi connettive che sono una produzione di produzione ("e... e poi ...") e sono caratterizzate dalla energia della Libido (energia di produzione desiderante); B. le sintesi disgiuntive ("sia...sia", disgiunzioni inclusive che si registrano sul CsO) caratterizzate dall'energia del Numen (energia di registrazione); C. le sintesi congiuntive di consumo caratterizzate dall'energia della Voluptas (energia di congiunzione e consumo), dove il corpo senza organi è "come un uovo, attraversato da assi, localizzato da campi, misurato da gradienti, marcato da soglie" e dove si muove un soggetto nomade con le sue emozioni intensive, i suoi affetti alla volta di un “viaggio iniziatico”(cit.) (il “divenire schizo”, il divenire molteplicità).

Nelle sintesi congiuntive si produce la soggettività “accanto alle macchine desideranti”, "si producono stratificazioni sul corpo senza organi (corpo liscio, uovo), si distribuiscono le razze, le culture e i loro dei, cioè “zone di intensità”, campi di potenziali al cui interno si verificano fenomeni di individualizzazione e sessualizzazione" (cit.).

Credit: The reader, di Dariusz Klimczak 
Capiamo, pertanto, come per DG la processualità macchinica che produce la realtà sia di tipo innanzittutto inconscio (in questo Lakoff ed il suo inconscio cognitivo e politico, di cui ho parlato qui e nei due post successivi, sembra richiamarsi, anche se in maniera molto diversa in quanto la sua teoria si fonda sulla metafora neurale ed è quindi "linguistica", a tale focalizzazione sulla importanza della produzione desiderante inconscia) e come sia il desiderio ad attraversare e permeare i concatenamenti molecolari e molari al cui confine-soglia variabile si producono le singolarità, anch'esse simultaneamente molecolari e molari.
A questo punto, in prima approssimazione, possiamo affermare che l'essere-ribelle e l'essere-gregario sono piuttosto un divenire-ribelle ed un divenire-gregario (divenire, differenza, molteplicità, attività dinamica) legati in primis alla produzione delle macchine desideranti ed alla produzione sociale (entrambe inconscie e solo successivamente preconscie e dotate di interessi qualificabili come "razionali" e "di classe"), in cui la ribellione inerisce la produzione molecolare e "schizofrenica" mentre la gregarietà inerisce la produzione sociale e, quindi, è di tipo molare-statistico (è interessante notare come il sistema organizzato ed auto-organizzato implichi in qualche modo la gregarietà) e legata alle strutture ed alle organizzazioni.

Attrattore di Lorenz
In tale dinamica ho pensato di rappresentare il Corpo senza Organi (che comunque non è un concetto, ma come dicono DG è un insieme di pratiche e di sperimentazioni) come "attrattore strano" (il triangolo edipico cambia forma e la struttura originaria diventa caotica e frattale) della dinamica oscillante dell'inconscio, in cui ogni investimento sociale di desiderio è delirante ed in cui il delirio oscilla (flussi molecolari e molari) fra due poli: quello segregativo (binario-biunivoco, esclusivo, paranoico, razzista, fascista, reazionario, autoritario-dispotico e quindi legato alla gregarietà) e quello schizo - nomadico (polivoco, rivoluzionario, inclusivo, molteplice, schizofrenico, produttore di linee di fuga, di sentieri di esodo, quindi legato alla ribellione).

Nel prossimo post vedremo come questo processo macchinico, caotico e frattale possa spingere il desiderio a desiderare la sua repressione.

2 commenti:

undiverrà ha detto...

Ciao ...ti volevo dire che è molto utile ed interessante; anche io sto studiando deleuze e Guattari in l'Antiedipo per una tesina, anche se da molto tempo non tocco argomenti di natura filosofica...non è certo un testo facile ... ma è molto illuminante , dà la possibilità di coniugare filosofia e psicoanalisi in un 'ottica inedita .grazie ciao

ROSELINE DAVIDSON ha detto...








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